
Contemporaneo è l’instant-album registrato nel mio studio domestico nei giorni di quarantena, pubblicato solo sulle piattaforme digitali nel Maggio 2020.
Tredici canzoni: otto inediti, due adattamenti in italiano (uno di Bob Dylan, l’altro di Nick Drake), un traditional adattato in milanese, e due riletture di brani pubblicati in passato.
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Contemporaneo (C. Sanfilippo) – 4:28
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Teneramente, dolorosamente (C. Sanfilippo) – 2:36
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Cielo del Nord (ad. in italiano di C. Sanfilippo – orig. Northern sky di Nick Drake) – 3:36
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Ragazze del lago (C. Sanfilippo) – 3:20
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El Pepe (C. Sanfilippo–G. Cervi) – 3:32
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Viandant (ad. in milanese di C. Sanfilippo – orig. Wayfaring stranger / Trad.) – 3:52
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Lo sguardo (C. Sanfilippo) – 2:52
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Angelina (C. Sanfilippo) – 3:36
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Che cos’è la luna (C. Sanfilippo) – 4:07
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Oltre la montagna (ad. in italiano di C. Sanfilippo – or. ’Cross the green mountain di Bob Dylan) – 5:46
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Monetina (C. Sanfilippo) – 2:42
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Vino buono (C. Sanfilippo) 4:24
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Suruq (C. Sanfilippo) – 3:05
Nel cuore della quarantena la mail di un’amica scrive di persone che lavorano in ambito “creativo”, in cui riconosce due categorie: c’è chi si concentra il doppio e chi si sfilaccia demotivandosi. Io, come lei, appartengo alla prima, ma nel mio caso il rapporto con il tempo e con il “fare” è un algoritmo misterioso, in cui l’ambiguità è ingombrante, i dati certi sono ristretti, la variabilità prevale. Solitamente sono più produttivo quando il tempo incalza, e devo dimostrare a me stesso una capacità elevata di sintesi e rapidità. Ogni volta però mi accorgo che il serbatoio si è riempito proprio nei momenti in cui la sensazione di essere pigro e improduttivo sembrava una certezza disagevole. Il fatto è che l’inconscio lavora per noi, forse si chiama “angelo”, essenziale e invisibile come tutte le cose importanti. Il punto cruciale della storia si risolve nel dialogo con quel tipo lì che ci gira intorno, un po’ dentro e un po’ fuori. È una questione di confine, di andate e ritorni, di assenze e presenze, e ogni volta che ci mettiamo alla prova, anche se nel fare capita di dimenticarselo, è un viaggio.
Ad ogni partenza bisogna fare un po’ di bagaglio, carteggiare una rotta, lavorare di sestante per regolare andatura e velatura, farle dialogare con la chitarra, la carta e la penna. Un tipo di sintonia con cose dalla profondità ellittica. Su quest’ultimo aggettivo richiamo la Treccani: «in matematica, il termine è riferito ad espressioni o configurazioni che non hanno all’infinito alcun punto reale, ma due punti complessi coniugati». Alla vigilia del mio sessantesimo compleanno mi sono regalato questo viaggio, iniziato a metà marzo, pochi giorni dopo l’inizio del lockdown. Tutto è nato quando, camminando da una stanza all’altra, ho afferrato una delle mie chitarre, e mi è venuta in mente una canzone scritta l’estate scorsa. In pochi minuti si è moltiplicato tutto, e per un moto naturale si è creata una prossimità speciale con diversi amici musicisti, e con i miei figli. Una specie di famiglia allargata, una piccola tribù in cui vige un codice di comportamento, un linguaggio, una liturgia. È stata una delle esperienze più emozionanti che mi è capitato di vivere. La canzone che ha fatto nascere tutto questo si intitola Contemporaneo.
1. Contemporaneo è uscita dal cassetto nei giorni di quarantena, sembrava nata qualche minuto prima, invece l’avevo scritta l’estate scorsa. Parla dell’incubo costruito dal potere globalista del neoliberismo predatorio sulla pelle degli individui, trasformati tragicamente in codici fiscali. Un sussurro di dolore, una chiamata al risveglio delle coscienze. Con Rino Garzia al basso elettrico. Ai cori e alla chitarra elettrica i miei figli: Emma, 19 anni, e Giacomo, che ne ha compiuti diciotto nei giorni della quarantena.
2. Teneramente, dolorosamente è ispirata a un libro di Cristina Campo intitolato Gli imperdonabili. Qui suono la mia Martin D18, che tra poco spegnerà 50 candeline, e la National guitar del mio amico Marco.
3. Cielo del Nord. è l'adattamento in italiano di Northern sky di Nick Drake, con un arrangiamento per chitarra in accordatura aperta. Insieme a me Cesare Picco, un musicista che conosco da una vita, fin da quando (lui ventenne, io trentenne) suonava il pianoforte (già allora, meravigliosamente bene) di casa mia, nelle serate indimenticabili del “tempo dell’adunanza”. Trattasi di “pianoforte visionario”.
4. Ragazze del lago è una canzone scritta 25 anni fa, legata ad un periodo speciale vissuto sul Lago di Garda. Una delle mie “seconde terre”. Con la chitarra classica di Domenico Lopez.
5. El Pepe nasce grazie al mio amico Gino Cervi, che ha scritto un testo bellissimo dedicato a Juan Alberto Schiaffino, detto “el Pepe”, in un misto di slang spagnolo e milanese. Io gli ho messo qualche parola, e la musica. Una canzone immersa nel Novecento, dedicata al campione del cuore di mio padre. Io suono la chitarra classica portante, le altre chitarre, la ritmica e il basso, sono opera di Danilo Minotti, un altro vecchio compagno di viaggio.
6. Viandant è una grande ballata della tradizione anglofona, Wayfaring stranger, che nei giorni di clausura ho adattato in milanese. Perfetta per un duo con Massimo Gatti, il musicista con cui ho fondato Ilzendelswing. La prima volta che sono salito sul palco, nel 1979, è stato insieme a lui, che questa volta non ha suonato il mandolino, ma la mandola. Con Rino Garzia al contrabbasso.
7. Lo sguardo l'avevo registrata nell’album Fotosensibile, del 2008. In quella versione suonavo la chitarra baritono e con me c’era il mio caro amico Piero Milesi. Questa volta la collaborazione è con Claudio Farinone e la sua chitarra classica baritono.
8. Angelina è una canzone inedita scritta 30 anni fa, in cui ho suonato la chitarra classica costruita da Enrico Bottelli. Con il basso elettrico di Rino Garzia e la fisarmonica di Danilo Boggini.
9. Che cos’è la luna è nata una sera d’estate di quasi 20 anni fa, in automobile, tornando a casa. Guardando fuori dal finestrino mia figlia, che aveva tre anni, mi chiese: «Papà, che cos’è la luna?» Con Val Bonetti alla chitarra slide.
10. Oltre la montagna l'ho registrata dopo avere aperto il cassetto delle tante canzoni di Bob Dylan che ho adattato in italiano. In Cross the green mountain” Dylan dà voce a un soldato reduce della Guerra Civile Americana. Mi auguro di essere stato all’altezza del maestro. Con Rino Garzia, ancora lui, al basso elettrico, Max De Bernardi all’altra chitarra e il mio vecchio pard Umberto Tenaglia all’hammond.
11. Monetina è un'altra rilettura di una canzone inclusa nell’album Fotosensibile. Con la chitarra di Francesco Saverio Porciello, alias Savè, compagno di viaggio da 40 anni.
12. Vino buono si ispira alle prime tre righe di una poesia scritta da Mariangela Gualtieri: «sii dolce e gentile con me / è breve il tempo che resta / poi, saremo scie, luminosissime». Impreziosita dal contrabbasso di Marco Ricci.
13. Suruq è una parola araba che significa “vento di mezzogiorno”, da cui deriva la parola scirocco. Il testo l’ho scritto in Sicilia, dopo avere fatto un pellegrinaggio famigliare davanti al portone della casa natìa di mio padre, a Catania. La musica è nata in questi giorni. Con Rino Garzia al basso e mia figlia Emma all’altra voce.
Grazie a Danilo Boggini, Max De Bernardi, Gino Cervi, Rinaldo Donati, Claudio Farinone, Roberta Giavaldi, Rino Garzia, Icaro Gatti, Massimo Gatti, Max Giuliani, Domenico Lopez, Danilo Minotti, Francesco Mosna, Cesare Picco, Marco Ricci, Paolo Pieretto, Francesco Saverio Porciello, Emma Sanfilippo, Giacomo Sanfilippo, Umberto Tenaglia, Val Bonetti, Fabio Zontini, Gianni Zuretti.
Le chitarre che ho suonato: Martin D18 1971, Martin 00028vs 2006, Mantra OM 1989, Recording King ROS-616, Classica Enrico Bottelli 1992, National Guitar 1967, Gretsch 6118T-120 Anniversary Edition.
Copertina e video di Contemporaneo a cura di Giacomo Sanfilippo.
Registrato, mixato e masterizzato al Red Cross Pioneers Studio nei mesi di Marzo e Aprile 2020.
Le tracce di tutti i musicisti che hanno partecipato sono state inviate a distanza di quarantena.
Mix e mastering di Viandant e di El Pepe a cura, rispettivamente, di Massimo Gatti e Danilo Minotti.
Questo album è dedicato alla battaglie vittoriose di Matteo Malavasi e Nadir Scartabelli.
E alla memoria di Gianni Mura, l’amico perso durante le registrazioni dell’album.
CONTEMPORANEO
parole e musica di Claudio Sanfilippo
Il cuore nel cassetto, lo sguardo sul soffitto
Sul fondo un ballerino scrive con il corpo tutto quello che è già scritto
E sul binario vedo ancora il mio bagaglio
Non c’è un’anima viva in mezzo a questo sbaglio
L’ultimo treno sta arrivando qua
Li vedo, sono tutti in fila, sarà il venerdì nero
Le luci dell’inferno commerciale hanno oscurato ogni mistero
Un orizzonte tondo, stroboscopico
C’è odore di piscio e cibo esotico
Il treno, il treno, sta arrivando qua
E hanno bruciato anche il vocabolario, l’hanno sostituito col rosario
Del nuovo ordine della moneta confessionale
I testimoni dell’oscurità, dai loro pulpiti di taffetà
Pagati bene per il mestiere di giudicare
I guru del pensiero occidentale, han perso l’emisfero destro
Le dita senza impronta digitale, senza più macchie d’inchiostro
Il selfie scatta in panoramica
Puoi divorare tutto a cifra modica
Il treno, il treno, si è fermato qua
Il capo del sistema di gestione, si è appena addormentato
Avrà mangiato troppo ma nessuno se n’è accorto, ed è restato
Nel magico spettacolo della realtà
Un buco dentro al muro forse basterà
Il treno, il treno, io l’ho preso già
E hanno bruciato anche il vocabolario, l’hanno sostituito col rosario
Del nuovo ordine della moneta confessionale
I testimoni dell’oscurità, dai loro pulpiti di taffetà
Pagati bene per il mestiere di giudicare
TENERAMENTE, DOLOROSAMENTE
parole e musica di C. Sanfilippo
Teneramente, dolorosamente
prima che tutto sia travolto
come di notte il primo bacio
giù dal treno
attraversati da un sussulto
le foglie in tramontana,
un verde lago
un'alba che non ci allontana
arancioviola dietro al faro
un'eco irresistibile e sovrana
sono preziose le parole
turchese, ambra, vesuviana …
Teneramente, dolorosamente
tra corti arcane e misteriose
come le rose di Belinda
in pieno inverno
proprio nel centro delle cose
gli specchi delle donne, l'asimmetrica bellezza
che ci muove
e non sappiamo dire come
sarà il profumo schiuso di un colore
a riconoscerci passando
a ritrovare quelle rose …
CIELO DEL NORD
orig. Northern Sky di N. Drake - trad. e adatt. di C. Sanfilippo
Io non ho mai provato un incanto così
Tra lune sconosciute il mare svanì
Dal palmo della mano l’emozione scappò
Del vento tra gli alberi niente restò
Ma tu hai acceso
Il cielo del mio Nord
E’ così tanto che aspetto
Tanto che non ce la faccio
Nel tempo passato vagando
Tra gente incontrata vivendo
Oh, ma se puoi e se vuoi
Fai luce dentro me
Ma tu mi amerai per denaro?
O per tutto quello che penso?
Mi amerai lungo l’inverno?
Finchè non è spento il mio tempo?
Oh, ma se puoi e se vuoi
Chiamami forte a te
Io non ho mai provato un incanto così
Tra lune sconosciute il mare svanì
Dal palmo della mano l’emozione scappò
Del vento tra gli alberi niente restò
Ma tu hai acceso
Il cielo del mio Nord
RAGAZZE DEL LAGO
parole e musica di C. Sanfilippo
Con riservate gioie, le vedi camminare
racchiuse dentro al cuore, le gioie del re
in braccio a grandi venti si lasciano cullare
guardando l’altra sponda e poi dentro di sè
E per tutta la notte si sognano il mare
vallate riparate che guardano me
e per farla più corta si lasciano andare
il gallo sta cantando soltanto per te...
Nel lago che tramonta sui loro cappellini
ci sono bianche vele, un bianco nel blu
antiche come il fuoco acceso nei cortili
antiche come il ghiaccio che vedi lassù
E per tutta la notte si sognano il mare
vallate riparate che guardano me
e per farla più corta si lasciano andare
il gallo sta cantando soltanto per te...
Aspettano da sole i cieli di Settembre
autunno appena nato che ancora non c’è
sul lago quelle voci le senti chiaramente
è l’acqua che si muove, e le porta con sè
E per tutta la notte si sognano il mare
vallate riparate che guardano me
e per farla più corta si lasciano andare
il gallo sta cantando soltanto per te...
EL PEPE
parole di G. Cervi e C. Sanfilippo - musica di C. Sanfilippo
“Un genio”, que dicen de mi - per lo que pasa tra i miei piedi,
la palla corre y se ilumìna: è tutto un gioco quel che vedi.
si vede meglio da quassù, de esta torre al medio campo,
lo sguardo leye el horizonte, encendia el juego como un lampo.
Es-cia-fì-no Juan Alberto,
Mar del Plata e Piazza del Domm
agua y niebla de San Siro
el cuero oscuro de mi corazòn
Con l’aurinegra e il Penarol, con la Celeste al Centenario,
ho fatto piangere il Brasil, Maracanazo funerario.
“El Pepe” soy para mi equipo, porque m'enciendo en un baleno,
partido, fósforo y brillantina: adrenalina es mi veneno.
Es-cia-fì-no Juan Alberto,
Mar del Plata e Piazza del Domm
agua y niebla de San Siro
el cuero oscuro de mi corazòn
“Escucha, toma una mujer!” Diceva piano il negro Obdulio
con il pallone sotto il braccio, el dia del diez y seis de julio.
Si vede meglio da quassù,
de esta torre al medio campo,
lo sguardo leye el horizonte,
encendia el juego como un lampo.
Es-cia-fì-no Juan Alberto,
Mar del Plata e Piazza del Domm
agua y niebla de San Siro
el cuero oscuro de mi corazòn
VIANDANT
orig. “Wayfaring stranger” – testo in milanese di Claudio Sanfilippo
Sont on viandant, che pellegrina
In de per mì travérsi el mond
Gh’è nò dolor, e nanca péna
In quéla terra de sbarlùsc in dove andaroo
Voo proppi lì, dove gh’è’l mè pader
Cont i mè amis che hinn lì con lù
Mì voo domà fin al fiùmm sacher
A la mia cà ritornaroo
I nivol scùr de soravia
L’è dùra chì davanti a mì
Ma i camp in fior con la nadùra
I ha benedett el Redentor
E mi voo lì, da la mè mader
Mi soo che lèe la ‘spettarà
De la del mùr, dove gh’è’l fiùmm sacher
Ritornaroo a la mia cà
TRADUZIONE
Sono un viandante, che pellegrina
Io da solo attraverso il mondo
Non c’è dolore e neanche pena
In quella terra di luce dove andrò
Vado proprio lì, dove c’è mio padre
Con i miei amici che sono lì con lui
Io vado solo fino al fiume sacro
Alla mia casa ritornerò
Le nuvole scure qui sopra
È dura qui davanti a me
Ma i campi in fiore con la natura
Li ha benedetti il Redentore
E io vado lì, da mia madre
Io so che lei mi aspetterà
Di là dal muro, dove c’è il fiume sacro
Ritornerò alla mia casa
LO SGUARDO
parole e musica di C. Sanfilippo
Io sono l'unico non passante
di questa vita che passa
nel movimento danzante
di questa vita che danza
di là dal fiume mi son seduto
nella mia torre di aria e luce
ed è così che mi son perduto.
Tengo nel fiato la nostalgia
come una mano che scava
di tutto questo che passa via
tengo memoria di lava
lui con la schiena sulla ringhiera
non può vederla arrivare
e lei sorride senza parlare.
Ora puoi camminare sul ponte
puoi lasciarti andare
al sole in fronte
che la mattina è giovane
e il suo sapore lega
ora sono un passante
nella vita che mi prega ...
L'ultimo sguardo non può vedere
li lascio soli per sempre
cammineranno la stessa strada
andranno in mezzo alla gente ...
ero seduto di là dal fiume
nella mia torre di aria e luce
ed è così che mi son perduto ...
ANGELINA
parole e musica di C. Sanfilippo
Con il vento che portava via, Angelina dal letto cantò
era l’alba di un’altra mattina, lei la ringraziò
la sua casa svelava il profumo che il torrente del tempo portò
dal suo cuore segnali di fumo che lui decifrò...
fu così che per ogni tramonto scese come un’aquila
allargando le ali sul mondo chiese la sua anima...
Angelina era figlia cresciuta, era sola, era fatta così
stava lì nel suo scialle celeste, lui la divertì
lei si prese il suo tempo e cantava, quando un gran temporale passò
la sorprese che si preparava, lui si presentò...
c’era il sole dipinto sul muro, giallo come un attimo
c’era il tetto e un sorriso sicuro, verde come un albero...
Angelina non lo lascerà
Anche il giorno che lo perderà
Anche se tremerà di dolore
Angleina, che l’amore sa
Come sa ritrovare una via
Col maestrale che picchia sul cuore …
Angelina scoprì le sue spalle e quell’uomo di luce rapì
la sua voce più chiara cantava, lui rimase lì
a guardare il riflesso dell’ambra che la pelle di lei rispecchiò
non osava bucare quell’onda no, non ci provò...
Angelina cercò le parole e loro scivolavano
alla fine lasciò dire a un bacio piano, che si amavano...
Angelina non lo lascerà
Anche il giorno che lo perderà
Anche se tremerò di dolore
Angleina, che l’amore sa
Come sa ritrovare una via
Col maestrale che picchia sul cuore …
CHE COS’E’ LA LUNA
parole e musica di C. Sanfilippo
Mi chiedi che cos’è la luna
Ed è un pensiero da bambina
Come il cammello per la cruna
Anche stanotte passerà …
E’ un pianto fitto di mistero
Un male sempre fuori orario
Ma in un dolcissimo cantare
Un calendario volerà …
E’ una fonte, è nel vento, è un sorriso, è nel canto
Si risale la collina al vento
Che nel vento corrono le onde
Si risale e questo sentimento
Ci confonde …
… la luna …….
E io vi guardo mentre guido
Il nostro sogno rabdomante
Infine l’acqua troverà
Così la luna avrà uno specchio
Potrà vedere com’è bella
In questa luce un po’ arancione
La prima stella spunterà …
E’ una fonte, è nel vento, è un sorriso, è nel canto
Si risale la collina al vento
Che nel vento corrono le onde
Si risale e questo sentimento
Ci confonde …
E’ una fonte, è nel vento, è un sorriso, è nel canto
Si risale la collina al vento
Che nel vento corrono le onde
Si risale e questo sentimento …….
OLTRE LA MONTAGNA
‘Cross the green mountain di B. Dylan–adatt. in italiano di C. Sanfilippo
Oltre la montagna, guardo la corrente
Il paradiso brucia e un sogno strazia la mia mente
È salito dal mare, velocemente
Fino a questa terra ricca, libera e innocente
Guardo in fondo agli occhi del mio amico buono
Chissà se è proprio questo il giorno del perdono
I ricordi scorrono, la pena ed il sorriso
E penso a tutte le anime che incontreremo in paradiso
Gli altari sono in fiamme e i nemici più lontani
Si toccano i berretti col fucile tra le mani
In cima alla collina li vedo camminare
Il loro viaggio è sangue, è coraggio da versare
Per miglia e miglia è una terra avvilita
E sul confine spicca l’atlantica ferita
La luce si apre alla strada che ci aspetta
E niente può resistere al Dio della vendetta
Chiudo gli occhi al mio capitano, la terra gli sia lieve
La lunga notte scende, il suo corpo è nella neve
Era pronto a cadere, a sfidare la morte
Ma il fuoco amico lo colpì, la beffa della sorte
Sorridi al tuo Signore, e guarda sempre in alto
Oltre l’oblìo e le maschere, nell’alba in controcanto
In quegli abissi d’erba, nel bosco insanguinato
Non hanno mai ceduto, fedeli a ciò che è stato
Qui piovono stelle, le vedo una per una
E chiunque tu sia, stai camminando sulla luna
Il cielo è così freddo e punge in fondo al cuore
La terra sta gelando e nel mattino muore
Mi trovo a dieci miglia dalla mia città
In questa luce antica nessuno mi vedrà
Era gente tranquilla che bene si voleva
Anche se per pudore mai nessuno lo diceva
MONETINA
parole e musica di C. Sanfilippo
Dietro quell'angolo, sotto la scala
ricordo una lira di rame
e la sorpresa di trovarla ancora
che dava una mano alla fame
siamo tornati dal viaggio
sotto la pioggia finiva l'estate.......
quanto era grande la stanza
e che bello toccare le cose sfuocate.......
Dentro ai ricordi c'è un faro
si accende e si spegne davanti a quel mare
c'è una conchiglia e una voce di casa
adesso c'è da sistemare
c'è un acquarello al tramonto
è una fortuna poterlo guardare.......
sotto la scala col primo caffè
la mia monetina che appare......
VINO BUONO
parole e musica di C. Sanfilippo
Sii dolce e gentile con me
È breve il tempo che resta
Poi saremo scie luminosissime
Di quello che passa non c’è
Più nulla che il cuore non tocchi
È l’amore che entra dagli occhi
L’aria è fresca e umida di pioggia (terra)
Non è ancora buio e senti dentro di te
Il grammo dell’incanto
Che si scrive prima di partire
Di quel vino buono lo sai
C’è sempre un rosso bicchiere
Non fermarsi qui è imperdonabile
Sii dolce e gentile con me
È breve il tempo che resta
Poi saremo scie luminosissime
L’aria è fresca e umida di pioggia (terra)
Non è ancora buio e senti dentro di te
Il grammo dell’incanto
Che si scrive prima di partire
SURUQ
parole e musica di C. Sanfilippo
Sul muro di una casa, nell’ora dell’intreccio
il faro è un vaso sacro al soffio di libeccio
che sparge per la piana ermetiche promesse
Atlante e meridiana tra fanti e principesse
Atlante e meridiana…
Se girerà scirocco, sarà la tua stagione
il fiore con la spada, Urano col bastone
le carte siciliane tra gli occhi semichiusi
spericolate e vane, dolcissimi pertusi
spericolate e vane…
Nei tre mondi l’incerta deriva
il veleno, la mela cattiva
ogni debito è un’ardua salita
e non vedi, e non vedi la riva
se l’inerzia ti prende per mano
per il tempo, il tuo tempo sovrano
ogni debito è un obbligo grato
una goccia di luce, sul prato
In questo labirinto di amanti e fuggitivi
la luna è sopra il tetto e i sogni sono vivi
per tutto ciò che è vero, e al sole non si vede
l’arte di regalare misteri a chi non crede
l’arte di regalare…