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Boxe / 2016
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Grandi comici / 1982
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Nuvola rosa / 2005
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Prigioniero / 2014
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Il falco / 1997
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Memoria / 2004
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Gli occhi degli animali / 2011
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Come una storia vera / 1983
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Il capitano / 1982
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Riccioli neri / 1981
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L’angelo / 2010
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La terra che c’è in me / 2004
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Cinegiornale / 2015
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Piscinin / 2017
BOXE è quattordici canzoni scritte tra il 1981 e il 2017, bandierine scelte e registrate al volo in due pomeriggi. Corde di nylon e corde di metallo, due mondi. Un pugno di sogni tra i tanti che mi sono ricordato di scrivere e cantare. Parole, musica, voce e chitarra, a mani nude. Buon ascolto.
“L’autore deve chiudere bocca quando apre bocca la sua opera” (F. Nietzsche).
Boxe nasce insieme a Fabio Zontini e alla chitarra classica baritona che ha costruito per me, la SanfiLow,
un’orchestra a sei corde. E a Rinaldo Donati e il suo Maxine, una seconda casa, “a place to play”.
BOXE è dedicato alla mia famiglia e ai miei amici.
Prodotto da Fabio Zontini, Claudio Sanfilippo e Rinaldo Donati
Direzione artistica di Rinaldo Donati e Claudio Sanfilippo
Registrato e mixato da Rinaldo Donati - Maxine Studio, Milano
Mastering di Marco Zangirolami – Noize Studio
Progetto grafico di Alessia Casati
Fotografie di Lorenzo De Simone
Un grazie speciale a Rinaldo Donati, Fabio Zontini, Alessia Casati, Lorenzo De Simone, Maria Marinoni,
Beatrice Zanolini, Massimo Giuliani.
Le chitarre di Boxe:
Classica Baritono Fabio Zontini 2012 (2,3,5,7,10,12)
Martin d18 1971 (4, 8, 11)
Martin d35 1971 (9)
Martin 00028vs 2008 (14)
Gibson lg2 American Eagle (13)
Fender Stratocaster ’56 Melon Candy 2013 (8)
Supro Super 2 pick-up 1959 (1)
Testi e musiche di Claudio Sanfilippo tranne “Piscinin”
(adatt. in milanese e arrangiamento di C. Sanfilippo)
orig. “Little man you had a busy day”
di M. Wayne – A. Hoffman – M. Sigler
BOXE
Il libretto di lavoro di mio padre sa di cedro e di castagne
E cacao e brace di vulcano in riva al mare
Il libretto di lavoro di mio padre ha l’inchiostro e la matita
La mano è una farfalla nella strada
La luna, una meringa
Non si sa se vanno i tram
Sul terrazzo un piatto con l’aringa
Il libretto di lavoro di mio padre sa di boxe e spogliatoio
Un sidecar intorno all’Idroscalo
Il libretto di lavoro di mio padre sa di mandorla e limone
E’ Sandokan che fischia dalle scale
La luna, una meringa
Non si sa se vanno i tram
Sul terrazzo un vaso con l’aringa...
l'aringa
GRANDI COMICI
Sono proprio io
conl’anima tra i denti sono proprio io
questo cantante da osteria un po’ malandata
ma tanto affezionata a queste strade, che noi
noi più strani ma, senza più lacrime
né noia né pietà
abbiamo sguardi ancora giovani
e non è poco
chissà se avrà un respiro questo gioco...
Amore portami con te
ti prego adesso prendi e portami con te
annega pure in questa mia ironia di vetro
ma non voltarti indietro per nessuno, e poi
e poi chiedimi perché ho un talismano
un vento amico e senza te
non scende il gelo questa notte
e voglio stare così
legato al filo dei tuoi occhi grandi...
Io ti incanterò
le storie della nonna ti racconterò
e giocheremo a fare i grandi un po’ per uno
a bere un po’ di vino e a far l’amore, chissà
chissà dove andremo noi
che abbiamo gli occhi ballerini, e tu lo sai
e non mettiamo porte al cuore
soltanto per ridere di noi
di noi che siamo grandi comici...
NUVOLA ROSA
Nuvola rosa
bella come una sposa tu sei
il cielo ti ha lasciata sola e rosa
come sei ...
di alberi fioriti
di luce sui vestiti
che sembra di vedere quello che vorrei ...
Come guardarti adesso,
che il cielo si fa nero
e piove dentro l’incavo dei fiori
mentre c’è un bel freddo e fuori
si sta bene, si contempla
nel bicchiere ci si pensa
questo viaggio è tutto qua ...
Che sembra di vedere quello che vorrei ...
PRIGIONIERO
Giorno per giorno carteggiare con le stelle
Giorno per giorno come un libro sulla pelle
Di questa terra, dimmi un po’
Sei sovrano o prigioniero?
Di tutto quello che ti sembra di vedere
Tutti i colori, sogni, incubi, chimere
Alchimista fuori tempo
Oltre i cerchi del potere
Sarà come perdersi ancora un’altra volta
La strada che non ti aspetti e che ti porta
Ora e per sempre, tra le rovine
Il tuo mestiere è fare rime
Da queste parti posso battere moneta
Ma non si vende niente, qui nel mio pianeta
Solo raffiche di vento
è il commercio del poeta
Sarà come perdersi ancora un’altra volta
La strada che non ti aspetti e che ti porta
Ora e per sempre, tra le rovine
Il tuo mestiere è fare rime
IL FALCO
Al quarto di luna
il falco spiccò un ramo di cielo
a un uomo lo strappò...
la rosa che annega ha petali blu
di scure passioni
che un tempo raccontò...
Si spensero le candele
si accesero dei falò
il mare pareva un mare di cartapesta...
non fu per il maestrale
che l'erba si coricò
un ultimo sguardo ancora su quella festa...
Dal sole di mezzo
il falco tracciò un'ombra di pietra
a un uomo la portò...
lui prese la scure e il mirto spezzò
e l'onda di rosso a un tratto si mutò...
Si spensero le candele
si accesero dei falò
il mare pareva un mare di cartapesta...
non fu per il maestrale
che l'erba si coricò
un ultimo sguardo ancora su quella festa...
MEMORIA
Io so che dietro a tutto quel che vedo
c’è un’isola di cielo
che aspetta solo me ...
le meraviglie della spazzatura
la voglia e l’avventura di farcela da sè...
e come fumo passo dal camino
e il fumo è bianco e io sono un bambino ...
nei ricordi no, non vive mai la stessa storia
tu non dire più, lascia parlare la memoria
Lo vedi, sembra tutta un’altra vita la rosa è già sfiorita,
ma il suo ricordo no ...
è come quella lucciola sul prato che dopo aver volato
rifugio lei trovò ...
e come fumo passo dal camino
e il fumo è bianco e io sono un bambino ...
nei ricordi no, non vive mai la stessa storia
tu non dire più, lascia parlare la memoria ...
GLI OCCHI DEGLI ANIMALI
Gli occhi degli animali sono luci sulla montagna
I sogni ai temporali. sono brividi su di te
Quando il freddo è bello perché sa di primavera
Non hai mai aspettato così tanto, che venisse a te...
Il chiaro di stravento si riflette sui quadrifogli
Il gioco del tormento tra i cuscini si perderà
E’ la vita che non ha misura che ci tiene
Nei pensieri che non sai da dove, si camminerà...
Gli occhi degli animali sono luci sulla montagna...
COME UNA STORIA VERA
Dormivi bene tu
come ci fosse l’onda dolce, e poi
pensavo a questi attimi così
che sembrano miraggi, e invece no
son sogni, e nei sogni si vive e tu lo sai
per viaggi da cui poi ritornerai
sarà un dialetto la complicità
sarà il tuo tetto la diversità
di vivere i sogni, perduti e forse no
coi piedi nelle scarpe, e col paltò
e con le vele a collo andiamo giù
nel vino e nella musica, chissà
come una storia vera
E ricomincerà
dal bacio appena alzata che mi dai
le mille tenerezze che tu sai
l’amico che trabocca su di noi
e il sogno ferito che il mare laverà
e tutto in fondo al cuore resterà
il sale brucia, il sole scende giù
giù in fondo all’orizzonte se ne va
e noi che sogniamo, perduti e forse no
coi piedi nelle scarpe e col paltò
e con le vele a collo andiamo su
nel vino e nella musica, chissà
come una storia vera
IL CAPITANO
Nell’alba viola come il vento
cercherò d’immaginarmi un capitano
in mezzo al mare blu
e avrò un pezzo di cuore sulla terra
e nella notte cercherò la stella che dicevi tu
chissà se la fatica sarà tutta dentro agli occhi
e se il mio sigaro si brucerà più in fretta
delle luci di Port-Bou
e troveremo posto in qualche bar
o in qualche libro, un giorno, chi lo sa...
Soltanto vento e mare al nostro tavolo
tra foto di ragazze al bagno e calici di rum
perché soltanto cielo e mare stanno
tra la fine dei capelli e il vento dei mari del Sud
che soffia dolce e fa scordar le donne in un momento
anche nel pozzo dei rumori di chi dorme
sopra il ponte, qui con me,
tra i sogni che si mettono nei guai
e a casa non ritorneranno mai...
Ho scritto cento storie, mari e oceani di memorie
su quel quaderno che mi hai dato tu
ma sapessi questa notte com’è dura, Gesù
andare avanti e non crederci più...
ma tu lo sai che un capitano
non sente freddo e non conosce una città
anche se poi quando è lontano
abbassa gli occhi e piange e ride come noi, come noi...
Amico mio pieno di barba
e di malinconia appoggiata alle tue spalle
e alle notti senza lei
il sole è scivolato in un cassetto
e l’orizzonte è già un ricordo tra i ricordi che tu hai
con tutte queste porte si potrebbe anche sbagliare
e per un lampo di rimpianti non ho voglia
di deludermi così
tra i sogni che si specchiano nei guai
e resteranno sempre marinai...
RICCIOLI NERI
Tu, riccioli neri del Sud
che danno insieme il colore a questa luce
luna alta sopra noi, che non abbiamo
fatto niente per soffrire
e meritiamo un altro giorno
un’altra terra da scoprire, amore ...
io, non ti dimenticherò
arcobaleno di macchine e di voci
in questa stanza e poi un oceano
di speranza, in questa notte
che lo sa dei tuoi capelli spettinati
di tutto quello che sarà ...
noi, due fari accesi laggiù
strisciate in fotografia di pioggia amara
e cittadina che non dà il profumo antico
del granturco e della brina
chissà se te lo ricordi
di quand’eri ragazzina, amore ...
io, non ti dimenticherò
arcobaleno di macchine e di voci
in questa stanza e poi un oceano
di speranza, in questa notte
che lo sa dei tuoi capelli spettinati
di tutto quello che sarà ...
L'ANGELO
E’ un'altra luce dietro te, che ti accompagna
quello che dice dentro te quasi si sogna
e pioggia, all'improvviso, che ci bagna
al di là di me e di te
al di là di tutta la montagna
Se alzi lo sguardo la vedrai, curva nell'aria
quando la incontri non saprai più raccontarla
è rosa profumata, che si spoglia
al di là della beltà
nella luce non si ferma la tua storia
Ll'angelo che ti guarda, l'angelo che ti parla
oltre la chioma bruna della terra
adoreremo il vento, il sole, la tempesta
fino al respiro, al bacio che ci resta
E' un'altra luce dietro te, che ti accompagna
quello che dice dentro te quasi sogna
e pioggia, all'improvviso, che ci bagna
al di là di me e di te
al di là di tutta la montagna...
LA TERRA CHE C’E’ IN ME
Seducenti aspettano carezze anche da te
Ogni storia porta il suo profumo
L’acqua è fredda e il cuore può bastare a vivere
Sembra schiuma l’onda, sembra fumo
C’è un anello scuro, sono nuvole laggiù
Sopra una riserva di celeste
E mi piove dentro dolcemente
Come terra che mi sente
E' la terra che c’è in me
La terra che c’è in me
Esiliate e lacere ritornano da te
Certe storie vivono con poco
Crude, maledette, velocissime poesie
Piccole saette dentro al fuoco
L’ancora che agguanta nel baleno di una scia
Rassomiglia a un’epoca perduta
E mi piove dentro dolcemente
Come terra che mi sente
E' la terra che c’è in me
La terra che c’è in me
La terra che c’è in me ...
Seguendo il fiume nella mano , tra le golene camminare
Alla mia sete di paesano la mezzaluna può bastare
Tra sassi, platani, sabbioni, nciampo nella primavera
E abbraccio tutte le stagioni mentre saluto la corriera
E’ la terra che c’è in me
La terra che c’è in me
CINEGIORNALE
Contesse, indossatrici, vedove e pinup
califfi, garagisti e rapsodisti
un colorama di lettere sul treno
carico di gente e di commerci
fango, adrenalina, piano-sequenza, cofano e motore
quanti cuori hanno incendiato il pomeriggio
quali sogni attraversavamo il rumore
Un piede nella guerra e un piede fuori
un piede nella guerra
e l'altro che sa solo accelerare
saluti e baci dal cinegiornale
Il podio, l'urlo, è tutto addosso a me
celeste, inseparabile gemello
il cielo d'Inghilterra che sventola un foulard
le nuvole che corrono e l'ombrello
e sigarette, e mani strette, e quella sete di velocità
col danno che cammina un passo indietro
e il film che tra un minuto inizierà
Un piede nella guerra e un piede fuori
un piede nella guerra
e l'altro che sa solo accelerare
saluti e baci dal cinegiornale
PISCININ
So perché te pianget, perchè te se giò
gh’è on quajvun che’l t’ha rubà i balocch
‘dess mej che te dormet
piscinin, l'è stada dùra incoeu
Te i han portato via... mì te sé se foo...
el papà ti a cumpra tutti anmò
l’è ora che te dormet
piscinin, l'è stada dùra incoeu
Mett via i soldarin, hann vinciù la guera
el nemis el vedi pù
ven chì soldarin, mett via el tò fùsil
basta guera per stanott
I penser se fermen, denter al tò temp
sent che dolza musica el jùkebox
‘dess mej che te dormet
piscinin, l'è stada dùra incoeu
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